Da venerdì 29 agosto a domenica 7 settembre torna L’ultima luna d’estate, festival che porta il teatro nelle cascine, nei parchi e nelle ville del Parco Regionale di Montevecchia e Valle del Curone, nelle provincie di Lecco e di Monza e Brianza.
In programma per il 31 agosto
L’IMBARAZZO DELL’INFINITO
turni dalle 10 alle 20 – prenotazione obbligatoria
> prenotazioni@teatroinvito.it
di e con Marco Pasquinucci
drammaturgia di Mariagiulia Colace
audio e suoni Diego Ribechini
Un essere umano di fronte a un altro essere umano, che umano non è. Un essere umano di fronte a un umanoide, una macchina, l’estrema evoluzione della leva di Archimede. Identici in tutto e per tutto. Con una sola piccola differenza. Anzi due: la macchina per piangere ha una riserva limitata di lacrime, la macchina non ha una fine.
Lo spettatore o la spettatrice sono invitati a partecipare a uno spettacolo immersivo, che stravolge ogni ordinarietà teatrale per diventare un viaggio verso la scoperta del proprio mondo interiore. Un viaggio in cui le emozioni e il racconto si fondono con lo spazio che ospita l’evento. La performance – ispirata al racconto ‘L’uomo bicentenario’ scritto dal padre della fantascienza Isaac Asimov – avviene in diretta ma si segue in cuffia, tramite il proprio smartphone. Lo spettatore è solo, la sua unica compagna è una voce che racconta, che guida, che si confonde con i pensieri. Appuntamento pensato per uno spettatore unico, da ripetersi più volte al giorno.
I LUOGHI PROTAGONISTI
Gli spazi vengono riletti in maniera inedita e restituiti alla percezione dei visitatori attraverso un’esperienza unica, extra-ordinaria. Il luogo diventa parte integrante della drammaturgia, con i suoi silenzi e rumori, con l’ambiente naturale e le forme architettoniche che lo compongono, le memorie che conserva e le visioni che evoca.
LA POTENZA DELLA SOLITUDINE
Il titolo scelto per lo spettacolo richiama uno stato emotivo: la sensazione di disorientamento e allo stesso tempo di estasi che ci troviamo a vivere quando il nostro essere limitato si trova davanti qualcosa la cui bellezza non può essere misurata. Lo smarrimento viene amplificato se ci troviamo a visitare – in solitudine – un luogo dove di solito accadono attività o riti collettivi. Immaginiamo di essere soli all’interno di una cattedrale, di un teatro, di un museo, o al centro di una grande piazza. Ogni spazio viene concepito per essere vissuto in un determinato modo, ma se la fruizione ordinaria salta, anche questo crea straniamento, una sorta di corto circuito emotivo che può far venire a galla stati d’animo profondi e inesplorati. Sono questi che Officine Papage vuole indagare.
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Villa Mariani
via Buttafava, 54
Casatenovo