Il Parco

ALLA SCOPERTA DEL GRANDE PARCO SECOLARE

Un grande parco secolare contorna e protegge la villa contribuendo alla maestosità dell’intero complesso. È il parco più esteso fra quelli di proprietà pubblica dell’intera Provincia di Lecco, presenta circa 500 fra alberi ed arbusti appartenenti a più di 70 specie diverse e vanta 7 alberi classificati come monumentali fra i più vecchi e grandi d’Italia.

Il geometrico giardino all’italiana che si sviluppa sul lato sud conferisce un aspetto dominante alla facciata della villa rispetto all’abitato di Casatenovo, grazie ad un sapiente sistema di terrazzamenti, scale, aiuole contornate da siepi di bosso. Il tutto costituisce la più elegante cornice in stile rinascimentale per i resti della antica limonera, svelata da un complesso di archi continui, sostegno per la grande balconata con balaustra antistante alla villa.

Sul fianco ovest si trova il carpineto, una sorta di giardino privato delimitato da una galleria di carpini, con accesso diretto al salone principale, mentre, in posizione ribassata si trova il filare di tigli con funzione ornamentale.

Tutta la parte restante della proprietà Greppi si conforma al gusto romantico del parco all’inglese, in cui la natura sembra lasciata a sé stessa, in una casualità che è invece risultato di un sapiente lavoro dell’uomo, nella scelta delle specie e delle varietà arboree, con esemplari di piante di alto fusto di notevole interesse affiancate a diversi tipi di erbacee e arbusti la cui collocazione lascia ampio spazio a grandi aperture, con distese di prato là dove il terreno degrada dolcemente verso il paesaggio sottostante.
All’interno del parco si dispongono gli edifici rustici necessari al funzionamento della vasta azienda agricola connessa alla villa.

GLI ALBERI E GLI ELEMENTI PIÙ SIGNIFICATIVI DEL PARCO

Il cedro del Libano

Il cedro del Libano collocato nel parco sembra aver trovato un habitat ideale. Ha una circonferenza al tronco di circa 8 metri ed è alto oltre 30 metri. È uno degli esemplari più importanti dell’intera Provincia di Lecco per le sue dimensioni monumentali ed è presumibilmente uno dei più vecchi presenti in Italia, con i suoi oltre 200 annidi età. La sua posizione, al centro del grande prato che degrada dalla facciata nord della villa verso la recinzione del parco, ne evidenzia la maestosità. Nella bella stagione, ai suoi piedi, all’ombra dei suoi rami dalla caratteristica forma a candelabro, si tengono diverse attività all’aperto.

I platani

Un maestoso esemplare di platano saluta i visitatori che dal vialetto d’ingresso imboccano il piazzale antistante la villa. È alto oltre 17 metri e ha una circonferenza di 2,5 metri, separa la casa del fattore, oggi sede del Consorzio, dal fianco della villa. Secondo un’antichissima leggenda la sua corteccia, che ricorda la pelle di un rettile, è la conseguenza della punizione divina subita per avere tentato, nel giardino dell’Eden, di nascondere in una cavità del tronco, il serpente tentatore. A fianco del platano ci sono alcuni cespugli di camelie, dalla splendida fioritura primaverile.
Un piccolo filare di altri platani, di dimensioni più ridotte, contorna il passaggio che conduce al granaio.

Il giardino all’italiana

Oggi non visitabile, occupa la parte sottostante il piazzale, si trova nella posizione più favorevole dal punto di vista climatico. Era composto da tre terrazzi con superfici scoperte, viali, prati, siepi e dalla limonera, la caratteristica serra per il ricovero invernale delle piante di agrumi mediterranei.
Dal punto di vista botanico, degne di nota sono le siepi geometriche di bosso e due esemplari di lagerstroemia sul terrazzo più alto. I primi documenti dell’archivio Greppi attestanti l’esistenza del giardino, completo di fontane e vasche d’acqua, risalgono al 1835. Tra il 1844 e il 1848, nel rendiconto delle spese annotate nei registri di casa Greppi ed effettuare dal giardiniere Giuseppe Pessina, compaiono anche quelle per il “letame pe l’ingrasso nei lettorini dei fiori, nei quadri della verdura, per le piante esotiche e per i tappeti verdi e per diverse specie e varietà di fiori, tra cui le dalie”.

Il filare di tigli

Il vialetto che introduce al resto del parco che porta all’imbocco delle scalette per il carpineto è definito da due brevi file di tigli modellati con potatura alla francese, che creano una gradevole zona ombreggiata in contrapposizione allo spazio aperto della balconata.
La piccola, ma suggestiva zona ospita, di tanto in tanto, concerti all’aperto, soprattutto quando il delicato profumo dei fiori di tiglio, raccolti in grappoli di colore bianco giallastro, annuncia l’arrivo dell’estate.
È ricorrente l’impiego ornamentale del tiglio, che piò raggiungere i 150 anni d’età, nelle alberature di viali cittadini, sia ad ornamento dei parchi storici.

La carpinata

Il lato occidentale di Villa Greppi, che corrisponde agli ambienti più antichi, prospetta su una piccola parte di giardino denominata parterre della carpinata. Vi si può accedere dall’interno della residenza o dal parco, salendo due scalette in pietra speculari tra loro e racchiuse fra siepi di bosso.
La definizione di parterre evoca l’idea di un luogo all’aperto, ma intimo, separato dal resto del giardino grazie ai doppi filari di alberi di carpini modellati che lo delimitano su tre lati e formavano un tempo delle vere e proprie gallerie, una citazione dei labirinti vegetali spesso presenti nei giardini rinascimentali. Il carpino (carpinus betulus) è una pianta autoctona della Brianza molto usata per creare architetture verdi. Al centro del giardino un magnifico esemplare di lagerstroemia domina, con la sua elegante fioritura estiva, le aiuole geometriche delimitate da bordure di edere (hedera helix). Nel piccolo giardino “privato” la famiglia Greppi trascorreva momenti di riposo e ancora nel XX secolo la contessa Bice amava prendere il tè all’ombra dei carpini, da sola o in compagnia di familiari e ospiti.
Altri esemplari di carpini di grandi dimensioni prosperano lungo il tratto perimetrale a nord, sistemati in filari doppi a protezione di un romantico sentiero per passeggiate.

Il leccio

Nel parco dimora l’esemplare di leccio più imponente della Provincia di Lecco, supera l’altezza di 18 metri e ha una circonferenza di quasi 6 metri. È tipicamente formato da più fusti che crescono dallo stesso ceppo e la sua chioma, sempreverde, raggiunge una circonferenza di oltre 15 metri. Ha presumibilmente un’età che supera i 200 anni, è pertanto uno dei silenziosi testimoni viventi di tutte le evoluzioni e i cambiamenti della Brianza, fu probabilmente uno dei primi alberi piantati nel parco subito dopo l’avvento dei Greppi. La sua posizione dominante sul ponticello e sulla strada sottostante ne accentua la maestosità. Nonostante abbia subito negli anni l’attacco di diverse malattie, considerando la sua ragguardevole età, conserva un accettabile stato di salute,

Il faggio

In un parco storico brianzolo non poteva mancare uno degli alberi più diffusi nei boschi montani a latifoglie fra i 600 e i 1.700 metri lo dimostra lo splendido esemplare che si può ammirare nel parco di Villa Greppi che ha trovato le condizioni ideali per crescere e svilupparsi in maniera ottimale. Veniva scelto anche per la sua capacità ombreggiante, grazie alla disposizione delle foglie intorno ai rami tale da favorire la migliore utilizzazione della luce solare e per il suo elegante portamento, favorito dalla liscia corteccia di colore grigio.

L’araucaria e le magnolie

Nella parte del parco esposta a sud si possono ammirare un esemplare solitario di araucaria e un gruppo di magnolie circondato da palme nane. L’araucaria, chiamata anche pino del Cile, è originaria dell’America del Sud. Ha foglie rigide a forma di squame acuminate disposte a nascondere il ramo. La magnolia grandiflora è una pianta originaria del Sud degli Stati Uniti, fu importata in Europa agli inizi del Settecento, non cresce e spontaneamente ma la si ritrova in parchi e giardini come pianta ornamentale. Ha una tipica forma piramidale con ramificazione molto fitta che inizia già alla base, può raggiungere i 20-25 metri d’altezza. È sempreverde e, in primavera, produce grandi fiori bianchi molto profumati.