Gli europei, e soprattutto gli italiani, hanno un rapporto strano con la guerra. Profondo e contraddittorio. Dal febbraio 2022, da quando Putin ha ordinato l’invasione dell’Ucraina, la guerra è tornata a far parte della nostra esperienza quotidiana. Un episodio che è bastato per ricordarci la fragilità del bel sogno, coltivato dopo il 1945 e soprattutto dopo il 1989, che fosse possibile rimuovere davvero per sempre violenza e morte dalle nostre vite. Un’illusione di pace durata poco, appena una manciata di decenni, ma sufficiente per renderci inermi, psicologicamente, culturalmente, di fronte al ritorno del conflitto come normalità. Eppure, le radici dell’Italia moderna sono fatte di fuoco e sangue. E l’identità degli italiani, e il loro destino, è stato forgiato sui campi di battaglia. Docente di History of conflicts e Storia contemporanea all’Università di Padova, Marco Mondini ripercorre la storia del rapporto tra gli italiani e la guerra, con particolare attenzione al trentennio 1915/1945.
Incontro nell’ambito della rassegna “1915-1945: i trent’anni che sconvolsero l’Italia”, curata dal referente storico del Consorzio Brianteo Villa Greppi Daniele Frisco e in programma dal 30 ottobre al 14 dicembre 2025
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A 110 anni dall’ingresso dell’Italia nella Grande Guerra e a 80 anni dalla liberazione del nostro paese dal nazifascismo, Tracce della Storia 2025 racconta da diversi punti di vista e prospettive l’Italia dal 1915 al 1945. Due guerre mondiali, un regime totalitario, occupazioni militari, guerre civili e coloniali, una guerra di liberazione: trent’anni sconvolgenti in cui la storia ha accelerato e ha cambiato per sempre il Paese.
Durante i cinque incontri in programma approfondiremo due anni centrali per la storia d’Italia: il 1915, inizio del Secolo Breve italiano, e il 1945, che ha segnato la fine di un mondo e allo stesso tempo un nuovo inizio. Parleremo, inoltre, di temi che hanno attraversato tutto il trentennio, analizzati con uno sguardo di lungo periodo: dalla guerra alla storia delle donne, fino ad arrivare all’antifascismo.
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Sala parrocchiale Giovanni Paolo II
piazza Chiesa
Cremella