IN OCCASIONE DELLA PRESENTAZIONE DI “UN’ESTATE A PALERMO” DI ALESSANDRO DE LISI

Il messaggio di Maria Falcone

In occasione della presentazione del libro "Un'estate a Palermo", trasmessa via streaming mercoledì sera, la Professoressa Maria Falcone, sorella di Giovanni nonché Presidente della Fondazione Falcone ha inviato al Consorzio Villa Greppi il seguente messaggio:

“Carissime e carissimi amici, presidente Marta Comi,

il drammatico momento che stiamo vivendo e le limitazioni che l’emergenza sanitaria ci impone mi hanno impedito di essere con voi questa sera. Me ne rammarico molto perché, specie in questa occasione, sarebbe stato importante essere lì, guardarsi negli occhi, discutere. E non solo attraverso il monitor di un pc. Ma le regole, lo sappiamo bene, vanno rispettate.

L’idea che questa sera, in una realtà geograficamente così distante si parli, attraverso il libro di Alessandro de Lisi, della Palermo degli anni del sangue, dell’isolamento che viveva chi si era schierato contro la mafia, di uno Stato che non aveva scelto ancora da che parte stare, mi conferma che davvero tantissima strada è stata fatta. Dal punto di vista della repressione, ma soprattutto da quello culturale. La mafia di cui per decenni si è negata l’esistenza è sentita ormai come un’emergenza non solo nazionale, ma europea. Da Palermo alla Brianza, dalla Sicilia a Rotterdam, crocevia di traffici di droga milionari, si è raggiunta la consapevolezza del problema. E che abbiate sentito l’esigenza di discutere del bellissimo libro di Alessandro ne è la prova. La mafia non è più quella raccontata da fiction, pure meritorie, che rimandavano visioni di una realtà caricaturale, ai limiti dell’immaginario. La mafia è reale, è ovunque, fa affari, usa la corruzione, continua a isolare chi tenta di ribellarsi: in Sicilia come nella vostra Lombardia.

Quel che è cambiato, oltre all’impegno dello Stato che finalmente ha fatto la sua parte, però è l’approccio culturale. Libri come quello di Alessandro de Lisi, capaci di raccontare e suscitare emozioni, di rendere vicini luoghi e momenti tanto distanti svolgono un’opera fondamentale: quella della memoria. Far vedere cosa è stato perché non si ripeta più.

A noi, che gli anni bui del sangue mafioso li abbiamo vissuti, il libro ha fatto rivivere persone amate che in nome della giustizia hanno pagato un prezzo altissimo, uomini a cui non piaceva essere definiti eroi e che semplicemente hanno fatto ciò che dovevano. Le pagine scritte da Alessandro sono così dense e forti che a tratti, leggendole, abbiamo risentito gli odori e i suoni della Palermo più cupa. E dietro al capitano Farkas abbiamo visto i volti e sentito le voci di tanti servitori dello Stato costretti a far i conti con ostilità, inefficienze collusioni.

Ecco, mi sento di dire che Palermo da allora è cambiata. Non che Cosa nostra sia vinta, ma la città ha reagito, e, soprattutto, i giovani hanno consapevolezze impensabili fino a 20 anni fa.

Spero che il percorso che noi, con tanto dolore e sacrifici, abbiamo fatto possa essere esempio per tutte le realtà in cui l’illegalità tenta di mettere radici e lucrare. Sono certa che eventi come quello di stasera sapranno illuminare la strada, spazzare via l’alibi che il Male è altrove. Il Male, ce lo dicono le indagini, è a due passi da noi. Quel che serve è individuarlo e non girarsi dall’altra parte.

Grazie e buon dibattito”

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